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Aquile o farfalle?

Stando con i piedi per terra (ma nel senso più stretto del termine) quando vediamo volare qualcosa, proviamo in noi dapprima un'emozione, successivamente accendiamo inevitabilmente il senso critico e quindi, il giudizio.

 

L’emozione è quella dettata dall’aria e da un corpo che si muove nelle sue invisibili mani, una visione che suscita sempre qualcosa; l’aria, non è il nostro elemento. Il giudizio invece si materializza in relazione alla conoscenza, quindi del confronto, e chiaramente, una farfalla è molto diversa da un’aquila.
 
La stessa cosa che accade osservando il paragone tra un “tubi e tela”, ed un ULM di ultima generazione, in carbonio, magari con carrelli retrattili. Sono entrambi due aeroplani, ma con diverse caratteristiche; tuttavia rispondenti alle stesse leggi aerodinamiche che consentono ad un corpo, di volare tramite la portanza. L’aria li tratta e li accoglie allo stesso modo, ma il nostro senso critico, no.

 

Il primo soddisfa maggiormente il gusto estetico, colpisce per la sua aerodinamicità unitamente alla velocità che è in grado di raggiungere. Il secondo possiede invece una linea meno slanciata, somiglia maggiormente ad un gabbiano, il suo volo è sensibilmente più lento.

 

Detto dell’aria che li ospita e dell’uomo comune, che li osserva, vediamo invece cosa ne pensano i rispettivi piloti, cioè coloro che questa scelta l’hanno fatta a priori, a prescindere da qualsiasi altra considerazione che possa aver influenzato la decisione.

 

Il pilota dell’aquila, nel suo immaginario, sogna di coprire lunghe distanze, passando da una retta all’altra, a pranzo, oppure ad un raduno, e magari far rientro in serata, forte della sua velocità di crociera.

Il pilota della farfalla, non intende invece il volo come un trasferimento dal punto A al punto B; lo vive nella sua bellezza e nella prospettiva che gli consente. Guardare, gustare dall’alto tutti dettagli, senza fretta, godere della manovrabilità, dell’agilità e della sicurezza del suo aeroplano.

Ecco quindi due ideali diversi, che accompagnano però due uguali piloti. Ci sarebbero molti altri distinguo, perché di filosofie legate al volo ce ne sono a bizzeffe e di aeroplani, o meglio, mezzi volanti, ne fabbricano per tutti i gusti e per tutte le tasche. Ma questo non fa che confermare che l’aria ci tratta tutti allo stesso modo, con medesima dignità e benevolenza, un esempio che forse sarebbe bene fare nostro in occasione di qualsiasi giudizio ci capitasse di formulare su ciò che vola. 


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Commenti: 5
  • #1

    Giovanni (venerdì, 10 novembre 2017 18:47)

    Ho sempre avuto tubi e tela e mi piace quel modo di volare. Non so però se l'amore sia venuto prima o dopo la scelta (certamente avvenuta per motivi economici).

  • #2

    Roberto (venerdì, 10 novembre 2017 18:51)

    Il tubi e tela è bellissimo, soprattutto nelle belle giornate. Ma non si può volare solo all'alba ed al tramonto!?

  • #3

    Blogger (venerdì, 10 novembre 2017 18:58)

    Ciao Roberto, dove sei basato?
    Te lo chiedo perché quel che tu dici è tipico della Padana, dove a parte la nebbia, non c'è confidenza con il vento. Qui al sud, posso assicurare che è la norma volare con minimo 5-6 nodi, ed i tubi e tela volano esattamente come l'alluminio ed il carbonio, sino circa 10-12 nodi.
    E' solo questione di abitudine.

  • #4

    Carlo (venerdì, 10 novembre 2017 19:02)

    Ma come si fa, a stare sull'aeroplano oltre un'ora, per coprire la distanza di 100 km?

  • #5

    Blogger (venerdì, 10 novembre 2017 19:11)

    Per chi fa quella scelta, il dispiacere é casomai quello di arrivare troppo presto :-) In ogni caso il limite appartiene a tutti, anche a chi può tenere medie di 250 kmh.